Analizzando il mondo Associazionismo Pro Loco ci troviamo di fronte a dei Gruppi che hanno realizzato molto nel passato e che oggi, in pieno effetto pandemia, manifestano evidenti malesseri perché le persone non hanno più motivazioni, perché sono venuti a mancare gli obiettivi comuni, si sono sfaldate le basi per sentirsi tutti componenti della stessa famiglia. La responsabilità del Presidente Pro Loco è grande, è suo compito prioritario lavorare per avere di nuovo la propria Pro Loco forte, unita e rappresentativa, essere portatore del messaggio di necessità e orgoglio per un forte senso di appartenenza alla propria Associazione.
Il percorso è lungo ed irto di insidie; sicuramente un grosso aiuto scaturisce dall’essere consapevoli di quanto sia utile essere uniti, informati, responsabili, di quanto sia facile muoversi più in fretta quando ci si capisce perché si parla la stessa lingua.
La formazione di un gruppo è un processo lungo e laborioso e deve essere posta molta attenzione nelle attività di promozione e manutenzione; non sempre è facile districarsi tra gli impegni del “subito” ed i programmi per il futuro; trovare il giusto equilibrio, dedicare il giusto tempo, assegnare le corrette risorse richiedono fasi di pianificazione alcune volte lunghe e complesse e molto spesso queste operazioni giudicate noiose ed inutili vengono abbandonate.
Deve essere compito, invece, del Presidente Pro Loco lavorare per la gestione delle risorse umane, unico e fondamentale ingrediente nella vita di qualsiasi associazione vincente; non è sufficiente avere delle persone con delle finalità comuni; il processo per il successo di un gruppo passa attraverso queste fasi:
– pianificazione di un’attività
– definizione degli obiettivi
– condivisione degli obiettivi
– assegnazione dei compiti
– verifica sullo stato di avanzamento
– affiancamento ed esempio nello svolgimento delle fasi
– analisi dei risultati
– discussione per l’individuazione delle azioni di contenimento e delle azioni correttive
Osservando questa sequenza si creano, in modo spontaneo dei meccanismi di coesione dove il singolo componente evidenzia in modo percettibile il passaggio da IO a NOI e
dove, naturalmente, la motivazione scaturisce dal raggiungimento dell’obiettivo.
Questo è il momento più critico: quasi sempre il risultato positivo raggiunto genera due fenomeni, uno immediato di appagamento che limita la creatività, ed uno, a più lungo termine, dove si considerano i meccanismi autoportanti e non si reputa necessario mantenere e sviluppare la comunicazione con i collaboratori; proprio queste due conseguenze sono l’ambiente ideale dove si sviluppa il virus che mina la salute di qualsiasi associazione; diventa naturale ripetere quello che si crede vincente, si considera rischioso e complesso pensare al nuovo, non si concede spazio all’idee del gruppo, ci si allontana quindi dal terreno fertile dove era possibile il germoglio dei semi sparsi nel periodo iniziale, i componenti si smarriscono, cercano di trovare motivazioni personali, gli obiettivi non sono più chiari e sempre più tortuosa è la strada per il loro raggiungimento, si riduce, fino a scomparire, il senso di appartenenza.
Il Presidente Pro Loco deve lavorare per trasmettere ai propri Collaboratori, sempre in modo propositivo, la coscienza e lo spirito del Gruppo a cui appartengono, essere d’esempio, suggerire soluzioni nei momenti di difficoltà, riconoscere i successi, comunicare in modo efficace garantendo sempre le giuste informazioni, trasferire sempre il messaggio “…più forte sarà il senso di appartenenza, più facile sarà centrare gli obiettivi comuni…”, con la giusta consapevolezza ed il giusto orgoglio di appartenere al meraviglioso mondo delle Pro Loco.
Giovanni