Il termine Pro Loco

Il termine pro loco (significa a “favore del luogo”, traduzione letterale dal latino) identifica delle associazioni locali che hanno come obiettivi primari la promozione e lo sviluppo del Territorio. Per semplice informazione storica ricordiamo che la prima pro loco in Italia è nata a Pieve Tesino, in Trentino Alto-Adige nel 1881.

Lo sviluppo di questo movimento prende forma alla fine del 1800 con comitati cittadini che lavorano per il proprio paese (pro), nascono delle Associazioni denominate semplicemente pro davanti al nome della località dove operano. Il primo forte impulso arriva, alla fine della Prima Guerra Mondiale, dall’ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) e la conseguenza è il diffondersi delle pro loco su tutto il Territorio Nazionale. Su un opuscolo pubblicato in quegli anni si legge “… solo a pochi e dispersi enti locali, le Associazioni pro loco, è balenata chiaramente l’importanza della loro funzione, e a questi sono mancati i mezzi o è venuta meno la lena o sono state negate le possibilità di sviluppo e di coordinamento con istituzioni affini. Mentre il turismo attivo vanta fra noi un’organizzazione ormai studiata ed invidiataci anche dall’estero, il turismo ricettivo – che a ragione di logica avrebbe dovuto precedere l’altro, poiché non si possono invitare ospiti in casa propria senza aver prima preparato questa casa in modo da renderla degna di riceverli – è ancora nell’infanzia; in moltissimi luoghi dove bellezza di posizione e d’arte lo dovrebbe aver già largamente sviluppato, esso non ha dato ancora i primi vagiti, o, datili, s’è subito addormentato …”; proprio in queste frasi è racchiuso lo spirito che anima una Pro Loco.

Seguirono anni complessi, molte volte lo spirito accentratore dello Stato rendeva complicata l’esistenza di queste Associazioni con una serie di vincoli e controlli, in contrapposizione scuole di pensiero esortavano a le Amministrazioni a supportare questa attività cogliendo l’importanza strategica dei benefici ottenuti       “… l’organizzazione dei servizi di stagione ed il controllo dei pubblici locali, il funzionamento di speciali servizi di informazione, il controllo degli alberghi, il miglioramento delle passeggiate, dei parchi e dei giardini, la propaganda e la pubblicità delle prerogative locali ed altri compiti minori…”.

Una piccola notazione, risalgono alla fine degli anni Trenta dei documenti contenenti un riepilogo delle norme di funzionamento, uno stralcio del codice civile sulle associazioni non riconosciute (come le pro loco) ed un interessante elenco dei presidenti e dei segretari delle associazioni pro loco, allora, ufficialmente, riconosciute. Nella maggioranza dei casi le cariche di maggior prestigio all’interno delle Associazioni erano ricoperte, da nobili e notabili del luogo, segno dell’importanza che veniva attribuita a questi enti e al ruolo che essi svolgevano a favore della località dove operavano.

Gli eventi tragici della Seconda Guerra Mondiale spazzarono via tutti gli elementi di una vita normale e ancor di più il turismo e le iniziative ad esso legate. La fine del conflitto e l’immediata ricostruzione riportarono nuova vita e il movimento delle Pro Loco riprese a proliferare con coraggio, entusiasmo e motivazione.

Finalmente anche dallo Stato cominciarono ad arrivare segnali positivi, il primo, molto timido, fu un tentativo di finanziamento derivante dall’art. 2b della legge 174 del 4 marzo 1958. I Comuni, con i proventi dell’imposta di soggiorno, dovevano provvedere anche al sostentamento delle pro loco; l’imposta fu motivo di infinite discussioni, il risultato fu che questi finanziamenti stentarono ad arrivare a destinazione; nel 1989 l’imposta venne abolita.

Arriviamo al D.M. 7 gennaio 1965 “Istituzione presso il ministero del turismo e dello spettacolo dell’albo delle associazioni pro loco”, nell’art. 2 vengono definiti i requisiti, nel dettaglio 1) che l’associazione pro loco sia stata istituita in località non riconosciuta stazione di cura, soggiorno o turismo, e dove l’ente provinciale per il turismo non abbia riconosciuto altra associazione pro loco; 2) che la località, nella quale è stata istituita l’associazione pro loco, possegga attrattive turistiche e disponga di un minimo di attrezzatura ricettiva, con particolare riguardo agli esercizi pubblici; 3) che lo statuto dell’associazione sia stato approvato dall’ente provinciale per il turismo; 4) che le norme statutarie prevedano idonee iniziative per la valorizzazione turistica della località interessata; 5) che la previsione di bilancio per quote associative, entrate locali e contributi vari, ivi compresi i proventi dell’imposta di soggiorno, sia stata ritenuta adeguata dall’ente provinciale per il turismo al perseguimento degli scopi statutari dell’associazione. In pratica si cominciano a definire dei confini per evitare un proliferare eccessivo ed incontrollato di questi Enti.

Con il D.P.R. n 6 del 14/01/1972 la responsabilità della tenuta del Registro passa alle Regioni, è il primo passo dove l’Ente Regione diventa l’ente pubblico di riferimento; tutta la materia ha come obiettivo di diventare chiara e definita con la nuova Legge quadro sul Turismo, n. 217 del 1983. Se la nuova Legge quadro definisce in modo univoco il riferimento si creano delle differenze nei venti Territori legate alla diversità luoghi, persone ed esigenze; in ogni caso è definitivamente sancito il riconoscimento alle Pro Loco

Ricordiamo che esistono oggi delle regole a carattere regionale per l’appartenenza all’Albo Regionale (per la Regione Piemonte fare riferimento alla Legge Regionale 7 aprile 2000 n. 36 “Riconoscimento e valorizzazione delle associazioni pro loco” con l’istituzione di un albo suddiviso in sezioni provinciali); le Pro Loco hanno la facoltà di aderire ad organizzazioni nazionali (es. UNPLI, ENDAS), è importante precisare che l’adesione non qualifica l’Ente, non rappresenta alcun documento di carattere pubblico e non conferisce alle organizzazioni poteri di intervento o di controllo.

La vita delle Pro Loco oggi è complessa, gli eventi che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo impongono, prima di tutto, importanti obblighi in materia di salute e sicurezza, al tempo stesso deve essere sempre mantenuta un’attenzione molto alta nei rapporti con gli Enti Nazionali, Regionali e locali, nelle Pro Loco è maturata, deve maturare la consapevolezza che l’asticella della conoscenza si è alzata e devono essere sempre meno le azioni affrontate con superficialità.

Ente ProLoco Piemonte nasce, con un Gruppo di persone preparate, per garantire supporto per la valorizzazione turistica, culturale, enogastronomica e per il sostegno sociale di solidarietà sul territorio.

Gli ultimi Eventi ci impongono di cambiare, di ritrovare quei valori che hanno guidato chi ci ha preceduto, valori basati sulla condivisione e la solidarietà; l’Ente ProLoco Piemonte  riconosce alle proprie  associate la propria vicinanza nei momenti di difficoltà sulla base della solidarietà comune; la sua azione  è  prioritariamente rivolta alla costruzione di una società solidale che, pur rispettando la specificità dei territorio, si basi sui principi fondamentali della condivisione delle decisioni e della collaborazione operativa e solidale.

Ci deve guidare uno sforzo comune di ricerca, il cambiamento non è solamente necessario ma ormai imposto dal ciclone che ha sconvolto il nostro concetto di vita, le Pro Loco, gli uomini di Pro Loco hanno la forza e le conoscenze per dire “sono pronto”, anche Ente ProLoco Piemonte è pronto a tendere una mano, ad offrire un sostegno affinchè il cambiamento sia giusto, veloce ed efficace.